Cinque anni sono passati.
Cinque anni a sentire quotidianamente la tua mancanza e ad aspettare (follemente) il tuo ritorno.
Abbiamo imparato a vivere in un mondo in cui la tua assenza si fa notare molto di più della tua presenza, sempre così discreta e riservata.
Abbiamo cercato di trasformare quello che ci hai lasciato, in qualcosa di eccezionale perché niente di meno tu meritavi.
Abbiamo continuato a parlare di te, ancora e ancora, perché nessuno potesse dimenticare.
E se il tempo abitua al dolore, rimane costante in noi il pensiero e il rimpianto di come il mondo avrebbe potuto essere con te.
Perché ci sono certe persone che lasciano dietro di sé un vuoto maggiore, per quell’incompiuto che sarebbe stato eccezionale se solo la vita gli avesse lasciato più tempo. E tu eri tra queste.
E pur nella rabbia che questa consapevolezza genera, credo che le tue passioni, l’impegno costante, l’indomabile curiosità, abbiano dato un senso pieno ai tuoi 28 anni di vita vissuta.
Lo si vede in ciò che ti sei lasciato dietro, nell’esempio che sei stato e sei per chi vive e ha il tuo ricordo.
E nella certezza che da lassù o da quaggiù (da un posto nascosto ai più) un occhio qui ogni tanto lo getti, oggi provo a raccontarti quello che rimane di te:
- una Fondazione, che vuole cercare di dare ad altri quel tempo che a te non è stato concesso, perché niente di meno altruistico da te ci si aspetterebbe;
- amici, che ti ricordano in ogni loro successo e che ci aiutano a realizzare quello che in nome tuo cerchiamo di portare avanti, che sono l’esempio migliore della tua generosità d’animo;
- una famiglia, che continua a volerti presente in questa vita e che onora la tua esistenza cercando di fare del meglio con la propria.
Non sarà mai tanto, ma è perché nulla di incompiuto possa rimanere di te.
Ciao Clà (dovunque tu sia).